domenica 14 luglio 2024

Alda Merini: un'icona della poesia italiana

 

Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.

Alda Merini, una delle voci poetiche più straordinarie del Novecento italiano, nacque il 21 marzo 1931 a Milano. La sua vita, costellata di momenti di sofferenza e di straordinaria creatività, ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana.

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.

Fin da giovanissima, Alda Merini mostrò un talento innato per la scrittura. A soli quindici anni, incontrò Angelo Romanò, un critico letterario che riconobbe subito il suo potenziale e la introdusse al mondo letterario milanese. La sua prima raccolta di poesie, "La presenza di Orfeo", pubblicata nel 1953, fu subito accolta con entusiasmo dalla critica.

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Nel 1954, Alda Merini sposò Ettore Carniti, con il quale ebbe quattro figlie. Tuttavia, la sua vita familiare non fu facile. Negli anni '60, Merini iniziò a mostrare segni di disagio mentale, e fu ricoverata più volte in ospedale psichiatrico. Questi anni di sofferenza furono però anche un periodo di intensa produzione poetica. Le sue esperienze di vita e le difficoltà personali si riflettono profondamente nelle sue opere, rendendole ancora più potenti e commoventi.

Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.

Dopo un lungo silenzio letterario, negli anni '80 Alda Merini tornò alla ribalta con una serie di pubblicazioni che la consacrarono definitivamente come una delle più grandi poetesse italiane. Tra queste, spicca "La Terra Santa" (1984), un'opera che descrive in modo vivido e struggente la sua esperienza nei manicomi. Il suo stile, caratterizzato da una potente intensità emotiva e una profonda introspezione, continuò a evolversi, conquistando un pubblico sempre più ampio.

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.

Negli anni '90, Merini ricevette numerosi riconoscimenti per il suo contributo alla letteratura. Fu nominata al Premio Nobel per la Letteratura e ricevette il prestigioso Premio Viareggio. La sua fama non si limitò all'Italia: le sue opere furono tradotte in diverse lingue, rendendola un'icona della poesia a livello internazionale.

Dio ci dona l'infinito
con l'Amore,
e noi respiriamo con la terra,
guardiamo con il cielo.
L'Amore è il nostro abbraccio continuo
alla vita,
il fuoco rovente del dubbio
che placa la nostra esistenza.
L'uomo che pensa all'Amore
è la Bellezza suprema
di questo mondo.

Gli ultimi anni di vita di Alda Merini furono segnati da una crescente popolarità. La poetessa continuò a scrivere fino alla fine, pubblicando nuove raccolte di poesie e collaborando con artisti di vario genere. Nonostante le difficoltà personali e le sfide della sua vita, Merini rimase sempre fedele alla sua arte, utilizzando la poesia come mezzo per esprimere la sua profonda umanità e la sua visione del mondo.

Una rosa purissima è l'anima
in quel suo pensare
a una perenne primavera.
L'amore è la ragione.
Se tu ami
avrai rose tutti i giorni,
se tu non ami
sarai uno sterpo spoglio.

Alda Merini morì il 1° novembre 2009 a Milano, lasciando un'eredità letteraria che continua a ispirare generazioni di lettori e scrittori. La sua vita e la sua opera sono un testamento della resilienza dello spirito umano e della potenza della poesia come forma di espressione personale e artistica.

La cosa più superba è la notte
quando cadono gli ultimi spaventi
e l’anima si getta all’avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.

Oggi, Alda Merini è ricordata non solo come una delle più grandi poetesse italiane, ma anche come una figura simbolo della lotta contro lo stigma delle malattie mentali. La sua vita e la sua opera continuano a essere oggetto di studio e di ammirazione, e le sue poesie risuonano ancora con forza e rilevanza nel mondo contemporaneo.

O primavera nuda
comerta di soli fior.
Sanno tutto di te
ormai sul Naviglio,
solo tua madre
aveva la tempesta.
Ti copri ormai le mani
che hanno sole d'amore,
voglio il tuo mistero:
baciar la Poesia

In conclusione, Alda Merini ci ha lasciato un tesoro di parole e di emozioni che ci invita a riflettere sulla bellezza e sulla complessità della vita. La sua voce, unica e inconfondibile, continua a parlare ai cuori di chiunque si avvicini alle sue poesie, offrendo consolazione, ispirazione e una profonda comprensione dell'animo umano.


C'è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.
 
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.
 
Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.
 
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.

(Poesia donata da Alda Merini all'associazione "Doppia Difesa") 


Aforismi di Alda Merini



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