Stella cadente è lo struggente
monologo di una donna che sta affrontando la terribile esperienza dell’aborto
spontaneo.
È una lettera tormentata, carica di
dolore, di rabbia, di angoscia, ma anche di speranza e d’amore, che l’autrice
scrive proprio a quel figlio che non nascerà mai.
“Riverso il buio che mi divora su queste
pagine. Grido il mio tormento senza freni e senza remore, senza il timore di
essere giudicata o fraintesa, perché tanto tu non puoi far altro che ascoltarmi
senza fiatare, sperando che, pezzetto dopo pezzetto, questo strazio che mi
avviluppa come sabbie mobili resti qui, incatenato a queste righe e io possa
tornare nuovamente a vivere.”
L’aborto spontaneo, purtroppo, è ancora
un tabù. C’è un velo di silenzio che copre l’aborto spontaneo che spesso viene
visto come qualcosa da celare, da non rivelare a nessuno, come se questo fosse
una colpa, una vergogna o un motivo d’imbarazzo.
Con Stella Cadente l’autrice vuole
togliere questo velo per dare voce al dolore invisibile che, purtroppo logora
tantissime donne, ed essere così d’aiuto a chi ha sofferto o sta ancora
soffrendo per un figlio mai nato.
“Dedico
questa tormentata lettera a tutte le donne che hanno dovuto affrontare o che
stanno affrontando la triste, dolorosa e spaventosa esperienza dell’aborto.
Non
è però a loro che consiglio la lettura di queste poche, ma intense pagine.
Loro, purtroppo, sanno bene di cosa parlo e vorrei evitare di essere per loro
motivo di tristezza.
Ne
consiglio, invece, la lettura ai loro famigliari, ai loro amici e a tutti
coloro che vogliono comprendere il tormento e la devastazione che investono una
donna quando il figlio che portano in grembo non sopravvive.”
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