sabato 16 maggio 2020

Recensione: "Il kamikaze di cellophane" di Ferdinando Salamino


TRAMA:

Un uomo legato a un letto, imbavagliato e ferito, un altro armato di un vecchio rasoio da barbiere, pronto a compiere una vendetta efferata.
Cosa può trasformare un ragazzino mite e amante dei libri in uno spietato assassino?
Per scoprirlo, dobbiamo addentrarci nelle spire di una Milano "aliena e ostile" e incontrarvi il protagonista, Michele Sabella. Cresciuto accanto a una madre fragile e a un padre violento, Michele racconta in prima persona l'insorgere della psicosi e il conseguente ricovero nell'istituto psichiatrico che egli chiama Escape Room. Tra quelle mura si innamora di Elena, ventunenne anoressica, "la mia dea di ossa".
Quando, pochi giorni dopo la dimissione dall'istituto, la ragazza tenta il suicidio, Michele capisce che qualcun altro, qualcuno di insospettabile, la sta spingendo verso la morte, e decide di indagare. Guidato dai propri "demoni di cellophane", voci che gli affollano la mente suggerendogli intuizioni illogiche eppure quasi sempre esatte, Michele elude la coltre di silenzi e bugie che circonda la ragazza e giunge alla più disturbante delle verità.

"Questa è la storia di un amore così forte da distruggere ogni cosa."

RECENSIONE

Un personaggio indimenticabile, Michele Sabella, per il quale non si può che fare il tifo nonostante, apparentemente, si trovi dalla parte sbagliata della storia. Un personaggio scomodo che attraverso i suoi disordini emotivi e mentali scardina le difese e le sicurezze del lettore fino a ribaltarne il punto di vista.

Il Kamikaze di cellophane è un romanzo che tiene incollato alle sue pagine fino all’ultima riga, in un crescendo di curiosità e aspettative che non solo non delude, ma che invoglia ad averne sempre di più per tuffarsi ancora più a fondo dell’animo tormentato di uno dei protagonisti più sorprendenti del panorama editoriale.

Lo stile impeccabile di Ferdinando Salamino e la sua scrittura sapiente, coinvolgente e scorrevole accompagnano il lettore in una torbida storia perennemente in bilico fra normalità e follia, porgendoci una vicenda fatta di violenze domestiche, negligenze e i loro estremi opposti confezionando una vicenda che conclama la potenza estrema, al tempo stesso annientatrice e salvifica, dell’amore.

È questo per me Il Kamikaze di Cellophane, una storia d’amore di una potenza dirompente, dove tutti sono colpevoli e nessuno è innocente.

Ferdinando Salamino mette alla sbarra tutti protagonisti della storia, scardinandone gli impulsi e le emozioni per raccontarne le gesta e lo fa con tale maestria da sconvolgere il senso stesso del giusto e del suo contrario, poiché nessuno in questo romanzo, così come nella vita, può dirsi visceralmente cattivo o buono fino al midollo.

Quello che Il Kamikaze di Cellophane insegna è una enorme verità: siamo bilance che pongono sul piatto gli eventi vissuti in prima persona e quelli che di riflesso ci sfiorano con effetti dirompenti. Spesso, infatti, c’è più logica nella follia che nella “normalità”.


"Forse essere sani non vuol dire non sanguinare, ma essere in grado di cauterizzare."


"Sostava in quella zona grigia e indistinta di chi non ha la forza di essere sano, né il coraggio di impazzire."


"Si espandeva e si contraeva come un anemone, lasciando intravedere l'oscurità che aveva dentro per pochi istanti, prima di ripiegarsi su se stessa a protezione dei propri segreti."


"Voglio marcire assieme a te. Vivere ogni giorno appiccicato alla tua pelle e, quando saremo morti, mischiare le mie ceneri alle tue e spargerle nell'aria, così che molecole di noi continuino a viaggiare e scoprire luoghi sconosciuti dove amarsi ancora."



TITOLO: Il Kamikaze di Cellophane
AUTORE: Ferdinando Salamino
EDITORE: Golem Edizioni
COLLANA: Ombre
PAGINE: 288
PREZZO: 16,50€
CARTACEO: Sì
EBOOK: Sì
ISBN: 978-88-85785-73-1

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