Ci sono libri che si leggono con gli occhi e altri che si sentono con il cuore. Stella Cadente appartiene alla seconda categoria.
martedì 1 aprile 2025
venerdì 7 marzo 2025
Recensione "L'Angelo di Pietra" di Marcello Simoni
Marcello Simoni, maestro del thriller storico e del gotico lagunare, ci conduce nuovamente nella Ferrara del Seicento con "L'angelo di pietra", un romanzo che segna il ritorno dell'inquisitore fra' Girolamo Svampa.
martedì 4 marzo 2025
Recensione di "Ombre d'acqua. Un altro caso per la detective Rebecca Rubini" di Sara Scaranna
Dopo Io sono il mare, Sara Scaranna torna a deliziarci con un nuovo avvincente giallo, Ombre d'acqua, che vede protagonista la detective Rebecca Rubini. Pubblicato nel febbraio 2025, questo romanzo immerge il lettore in una trama oscura e ricca di suspense, ambientata tra i paesaggi della Romagna, dove il mistero si intreccia con le ombre del passato.
mercoledì 12 febbraio 2025
Recensione "Le streghe non dormono" di Alice Bassoli
Se La ninnananna degli alberi, di Alice Bassoli mi è piaciuto, la sua ultima opera: Le streghe non dormono l'ho proprio adorato.
Alice Bassoli ci regala un romanzo avvolto da un’atmosfera cupa e inquietante, in cui il confine tra innocenza e colpa si fa sempre più labile. Le streghe non dormono è una storia che si insinua lentamente nella mente del lettore, portandolo in un viaggio tra le ombre della provincia italiana, dove segreti, rancori e superstizioni si intrecciano in un noir di grande impatto.
mercoledì 5 febbraio 2025
Ha ancora senso pubblicare con una Casa Editrice medio/piccola?
Ho il dente avvelenato, ora, lo so. Ma bazzico nel mondo dell'editoria da un po' e credo di aver maturato una discreta esperienza.
È una domanda che mi sono posta a lungo, infatti, ma oggi ho la mia risposta.
Ho recentemente rescisso il contratto con la mia storica casa editrice. Non perché non credessi più nel mio libro, né per mancanza di dedizione, ma perché la CE con cui avevo pubblicato è stata acquisita e trasformata in qualcosa che non potevo accettare.
Non potevo permettere che il mio lavoro, la mia voce, il mio nome fossero legati a un sistema in cui non credo, che ho sempre rigettato e a cui non voglio in nessun modo essere legata. Così ho fatto l’unica cosa possibile: ho ripreso in mano i miei diritti e mi sono fermata a riflettere.
Piccole CE: una promessa disattesa?
Quando si firma con una piccola o media casa editrice, lo si fa con la speranza di avere accanto qualcuno che creda nel proprio libro e lo aiuti a trovare il suo pubblico, districandosi in un mondo labirintico, tortuoso e affollato dalle migliaia di testi che vengono pubblicati ogni anno. La realtà, però, è spesso diversa.
Le piccole CE, con rare eccezioni, non hanno un vero potere promozionale. Distribuire un libro non significa semplicemente metterlo in catalogo o renderlo disponibile su un portale: significa garantirgli visibilità, spazio, una strategia di comunicazione. E troppo spesso, tutto questo ricade interamente sulle spalle dell’autore.
E tutto questo per cosa? Per una ridicola percentuale sulle vendite che diventa ancora più misera se calcolata sul prezzo degli ebook. Perché l'autore, diciamolo, è l'ultima ruota del carro, spesso bistrattato da case editrici truffaldine e trattato come carne da macello da sfruttare e spennare fino all'ultimo centesimo facendo leva sul suo ego e sul desiderio di vedere pubblicato il proprio manoscritto.
Senza contare che ormai senza l'intercessione di un'agenzia letteraria è quasi impossibile approdare nella gran parte delle case editrici, che non accettano quasi più testi pervenuti direttamente dagli autori. Agenzie letterarie che, ovviamente, chiedono cifre non indifferenti per valutare un testo e poi decidere se meritevole di essere proposto alle CE oppure no. Restano comunque l'unico modo che l'autore ha per difendere i propri diritti e per tentare di fare il salto di qualità che ogni autore sogna di fare. Ma tutto ha un prezzo.
Ma un'alternativa c'è. Self-publishing: fatica, sì, ma con un senso.
Pubblicare in self non è una passeggiata. Significa lavorare il doppio: sulla qualità del libro, sulla copertina, sulla promozione. Ma significa anche poter raccogliere i frutti del proprio impegno.
Un autore indipendente può guadagnare molto di più su ogni copia venduta. Può scegliere la propria strategia, decidere il futuro del proprio libro senza vincoli, senza doversi affidare a qualcuno che, nella maggior parte dei casi, non ha gli strumenti per farlo emergere.
C'è ancora molta diffidenza, è vero. Il fatto che chiunque possa pubblicare qualunque cosa senza il filtro qualitativo che un tempo erano le case editrici può far pensare che il self brulichi di testi di dubbia qualità e ce ne sono, è vero. Ma testi del genere li ho trovati anche nei cataloghi di case editrici che ormai sono diventate delle vere e proprie tipografie pronte a pubblicare qualunche cosa sia il trend del momento senza più guardare alla qualità di un testo.
Un tempo l'editoria era più meritocratica. I testi pubblicati avevano un valore culturale. Ora non più. L'unico valore che conta è il guadagno. Che lo fornisca l'autore acquistando copie o pagando qualunque servizio, piuttosto che il grande pubblico per avere il libro del VIP del momento (anche se scritto da un ghostwriter) poco importa.
Qualcosa però sta cambiando. Molti concorsi letterari, per esempio, accettano anche testi pubblicati in Self, mentre un tempo erano banditi. E in alcuni casi, sfruttando piattaforme specializzate, li si possono distribuire anche nelle librerie.
La scelta è personale, ma io ho deciso
Se pubblicare con una CE significa poter contare su un team che lavora davvero al tuo fianco, allora è una scelta più che legittima. Ma se significa fare tutto il lavoro da soli e ricevere solo le briciole, allora la domanda iniziale ha una risposta chiara: pubblicare con una piccola CE, oggi, ha sempre meno senso.
E tu, che cosa ne pensi?
lunedì 15 luglio 2024
10 libri da leggere almeno una volta
Ci sono libri che, per il loro potere di emozionare, ispirare e trasformare, meritano di essere letti almeno una volta nella vita. Questi testi non sono solo storie, ma veri e propri viaggi nell’anima umana, capaci di lasciare un segno indelebile. Ecco una lista di dieci libri che, a mio avviso, dovreste assolutamente leggere prima di morire.
Recensione: "Il morso della reclusa" di Fred Vargas
Fred Vargas, pseudonimo dell'archeologa e storica francese Frédérique Audoin-Rouzeau, ci sorprende ancora una volta con "Il morso della reclusa", un thriller avvincente che intreccia mistero, scienza e mitologia in un quadro narrativo mozzafiato. Pubblicato nel 2017, questo libro rappresenta un ulteriore tassello nelle indagini del commissario Adamsberg, personaggio ormai iconico nella letteratura poliziesca contemporanea.
domenica 14 luglio 2024
Alda Merini: un'icona della poesia italiana
Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.
Alda Merini, una delle voci poetiche più straordinarie del Novecento italiano, nacque il 21 marzo 1931 a Milano. La sua vita, costellata di momenti di sofferenza e di straordinaria creatività, ha lasciato un'impronta indelebile nella letteratura italiana.
sabato 13 luglio 2024
"L'amica geniale" di Elena Ferrante eletto miglior libro del secolo secondo il New York Times
Mi ha sorpreso non poco la scelta del New York Times di eleggere "L'amica geniale" miglior libro del XXI secolo, prima di tutto il secolo deve ancora terminare, ma anche ammesso che si vogliano tenere in considerazione gli ultimi 25 anni, la decisione mi sorprende ugualmente, poiché "L'amica geniale" non è un testo facilmente digeribile, è ostico e rasposo sia per quanto riguarda la trama, ma soprattutto lo stile utilizzato che non cerca di facilitare le cose al lettore, non ci pensa proprio. Lo stesso NYT nella motivazione scrive: "Leggere la Ferrante è come andare in bicicletta sulla ghiaia: è grintoso, scivoloso e snervante, tutto allo stesso tempo".
giovedì 11 luglio 2024
Oriana Fallaci: Scrittore
Nata a Firenze il 29 giugno del 1929, Oriana Fallaci è tutt'ora una delle figure italiane più conosciute al mondo. Su di lei si è scritto tutto e il contrario di tutto, ma resta il fatto che la sua intraprendenza abbia cambiato il volto del giornalismo e dato una spinta fortissima all'emancipazione femminile.
Era una ribelle, Oriana, una lottatrice che per gli ideali in cui credeva non si è piegata davanti a niente e a nessuno come quando si è tolta il chador davanti a Khomeini, per non parlare dei reportage dalla trincea. La Fallaci è stata infatti la prima donna italiana ad andare al fronte come inviata speciale.
I suoi romanzi sono stati tradotti e venduti in ogni angolo del pianeta e forse la sua fama è ancor più leggendaria all'estero che in Italia.
Oriana Fallaci o la si ama o la si odia, così come lei non ha mai amato le mezze misure, e questo emerge chiaro come il sole leggendo i suoi romanzi con quello stile meraviglioso che danza fra poesia e sangue.
Io alla Fallaci devo tutto il mio amore per i libri, per la letteratura. L'ho incontrata nei primi anni Novanta, all'epoca andavo ancora alle scuole medie. Mi sono imbattuta in "Lettera a un bambino mai nato" e ne sono rimasta folgorata. Quel testo, benché breve, è un concentrato di emozioni, parole, poesia e sangue che mi ha fatto innamorare dei libri e della scrittura più di tutto quel che avevo letto fino a quel momento.
È iniziata lì la mia ricerca per la bella scrittura capace di travolgere, emozionare e far riflettere, perché uno dei pregi di Oriana Fallaci era proprio quello: far riflettere con le sue parole che erano al contempo schiaffi e carezze.
Ma chi era Oriana Fallaci?
lunedì 15 aprile 2024
Mini Corso di scrittura per principianti - Lezione n. 1 EMOZIONARE
Quello che resta dei libri che leggiamo sono le emozione che ci regalano, e più sono immersivi e coinvolgenti e più riusciamo ad apprezzarli e a immedesimarci nei personaggi.
La chiave quindi per scrivere un buon testo è EMOZIONARE. Ma come si fa?
La prima cosa da fare, nonché la più banale, ma forse anche la più difficile è IMMEDESIMARSI NEI PERSONAGGI, vedere con i loro occhi, sentire con le loro orecchie, percepire le loro sensazioni e soprattutto le loro emozioni, perché sono quelle che devono essere stimolate anche nella mente del lettore per far sì che la lettura induca il cervello a creare le immagini nella mente di chi legge e faccia vibrare le emozioni come se le stesse vivendo in prima persona.
Se io dico che Giuseppe scala la montagna e quando è in cima si butta con il deltaplano, per quanto possa essere un episodio eclatante, avventuroso, persino inverosimile, la percezione che si ha non solo non è coinvolgente, ma scivola senza lasciare traccia.
Se io invece narro l'avventura di Giuseppe raccontando della fatica che compie nella scalata, del dolore alle dita, le vesciche e i tagli sulla pelle provocati dalla roccia, il sole cocente sulla schiena, un piede che perde l'appiglio e rischia di farlo cadere, e poi il sollievo e la soddisfazione di aver raggiunto la vetta, il vento sulla pelle, la bellezza del panorama che si apre attorno a lui con le cime circostanti, la vallata ai piedi, il verde dei boschi che corre lungo i pendii, un'aquila che vola nel cielo e lui stesso, seguendo l'aquila sale sul deltaplano e si lancia libero come un uccello con tutto il mondo ai suoi piedi; stimolo la mente del lettore a visualizzare le immagini narrate e a percepirne le emozioni.
Per farlo è fondamentale avere ben chiaro in mente L'AMBIENTAZIONE e soprattutto occorre CONOSCERE perfettamente i propri PERSONAGGI dal momento in cui ipoteticamente sono nati, fino a quando entrano in scena. Ovvio che al lettore non bisogna rivelare la biografia completa come numero di scarpe, piatto preferito o a quale età si è rotto il mignolo del piede, ma queste informazioni servono all'autore per dare un'anima e una tridimensionalità ai personaggi che devono avere ognuno la propria voce, il proprio carattere, il proprio temperamento, i propri gusti. Ciò non solo arricchirà la storia, ma ci permetterà di farli muovere e parlare con una coerenza e una cifra stilistica ben precisa e riconoscibile.
giovedì 4 aprile 2024
Mini Corso di Scrittura per principianti - Introduzione
REGOLA N. 1: EMOZIONARE
Conoscere a menadito le regole ortografiche e grammaticali non basta per scrivere un romanzo degno di essere pubblicato.
La conoscenza della lingua italiana non è infatti condizione sufficiente per saper narrare, che è cosa ben diversa dallo scrivere in sé, poiché la lingua che occorre utilizzare nei romanzi è quella delle emozioni.
sabato 23 marzo 2024
Recensione: "La ninnananna degli alberi" di Alice Bassoli