lunedì 18 maggio 2020

"Filastrocca sul Coronavirus" di Roberto Piumino

Che cos’è che in aria vola?

C’è qualcosa che non so?

Come mai non si va a scuola?

Ora ne parliamo un po’.

 

Virus porta la corona,

ma di certo non è un Re,

e nemmeno una persona:

ma allora, che cos’è?

 

È un tipaccio piccolino,

così piccolo che proprio,

per vederlo da vicino,

devi avere il microscopio.

 

È un tipetto velenoso,

che mai fermo se ne sta:

invadente e dispettoso,

vuol andarsene qua e là.

 

È invisibile e leggero

e, pericolosamente,

microscopico guerriero,

vuole entrare nella gente.

 

Ma la gente siamo noi,

io, te, e tutte le persone:

ma io posso, e anche tu puoi,

lasciar fuori quel briccone.

 

Se ti scappa uno starnuto,

starnutisci nel tuo braccio:

stoppa il volo di quel bruto:

tu lo fai, e anch'io lo faccio.

 

Quando esci, appena torni,

va’ a lavare le tue mani:

ogni volta, tutti i giorni,

non solo oggi, anche domani.


Lava con acqua e sapone,

lava a lungo, e con cura,

e così, se c’è, il birbone

va giù con la sciacquatura.

 

Non toccare, con le dita,

la tua bocca, il naso, gli occhi:

non che sia cosa proibita,

però è meglio che non tocchi.

 

Quando incontri della gente,

rimanete un po’ lontani:

si può stare allegramente

senza stringersi le mani.

 

Baci e abbracci? Non li dare:

finché è in giro quel tipaccio,

prudente rimandare

ogni bacio e ogni abbraccio.

 

C’è qualcuno mascherato,

ma non è per Carnevale,

e non è un bandito armato

che ti vuol fare del male.


È una maschera gentile

per filtrare il suo respiro:

perché quel tipaccio vile

se ne vada meno in giro.

 

E fin quando quel tipaccio

se ne va, dannoso, in giro,

caro amico, sai che faccio?

io in casa mi ritiro.

 

È un’idea straordinaria,

dato che è chiusa la scuola,

fino a che, fuori, nell’ aria,

quel tipaccio gira e vola.

 

E gli amici, e i parenti?

Anche in casa, stando fermo,

tu li vedi e li senti:

state insieme sullo schermo.

 

Chi si vuole bene, può

mantenere una distanza:

baci e abbracci adesso no,

ma parole in abbondanza.

 

Le parole sono doni,

sono semi da mandare,

perché sono semi buoni,

a chi noi vogliamo amare.

 

Io, tu, e tutta la gente,

con prudenza e attenzione,

batteremo certamente

l’antipatico birbone.


E magari, quando avremo

superato questa prova,

tutti insieme impareremo

una vita saggia e nuova.



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