Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di
trovarsi su un’isola deserta? Il mare, il sole, il relax, le palme e tutto ciò
che di più suggestivo si può immaginare, ma con Isola, Iris Bonetti ci
porge il rovescio della medaglia: la fame, la paura, il dolore, la violenza, la
morte in un luogo disperso da qualche parte nell’oceano Indiano che tutto è
fuorché disabitato, esso infatti è popolato da cannibali sanguinari.
Dipanare
una trama complessa con sei protagonisti da caratterizzare non è affatto
semplice, poiché le insidie sono dietro l’angolo così come il rischio di
perdersi, sia per l’autore e sia per i lettori.
Con Isola,
Iris Bonetti si districa bene in questo groviglio, mettendo in piedi un
complicato intreccio di storie e avvenimenti che, pur avendo diversi punti di
partenza, convergono in un unico obiettivo: sopravvivere.
Sei
sono infatti le storie introduttive, una per ciascun personaggio, dislocate in
luoghi diversi del pianeta e diverse sono anche le vite vissute da loro, uno
scrittore irlandese, un chirurgo francese, uno studente spagnolo, un poliziotto
canadese, un narco trafficante messicano e un’aspirante attrice americana, tutti però hanno qualcosa in
comune: riscattare un torto o un dolore subito.
Salgono
quindi sul fatidico volo per dare una svolta alle loro esistenze, riponendo in
Bali la speranza di un futuro migliore.
A Bali,
però, non arriveranno mai, ma quel viaggio esaudirà tutti i loro desideri di
cambiamento, anche se non nel modo da loro sperato.
Ogni
cosa che ci accade ci cambia. Anche la più piccola inezia può smussare gli
spigoli del nostro essere o crearne di nuovi, ma trovarsi naufraghi in un’isola
deserta stravolge l’esistenza, irreversibilmente e libera la parte più
autentica, primitiva e istintiva di ognuno di essi per difendersi dalle proprie
paure, dagli altri, dall’ambiente ostile dove bene e male si confondono, dove
le apparenze ingannano e dove il buio nasconde la morte.
Isola è
un romanzo pieno di avventura, crudo, a volte violento e urticante così come il
vivere tale esperienza presuppone, ma è anche un romanzo colmo di speranza.
“La gente non vuole sempre la verità. La verità è noiosa. Vuole emozionarsi, sognare.”
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