giovedì 28 maggio 2020

Recensione: "Si vive solo due volte" di Sophie Germano - Debora Vernagallo



La gente si chiederà come ci sei finita.

Storpia, ridotta all’osso, pazza, forse persino morta.

Solo tu lo capirai.

 

PROLOGO

Fu il giorno esatto in cui ebbi la certezza che c’era poco tempo, che tutto iniziò. Per questo non comincerò dall’inizio. In questa mia storia, fu proprio nella fine che trovai l’inizio.

Quando i margini si fecero netti, la mia vita diventò davvero la mia.

Fu a 27 anni che finì o iniziò la mia storia. Tutto quello che venne prima non ha niente a che vedere con la vita. Fu più un massacro, un abbandono al mondo con nient’altro che la propulsione alla distruzione.

Ventisette anni infiniti. Ventisette anni, così

    Comincia così "Si vive solo due volte" di Sophie Germano - Debora Vernagallo, con poche graffianti parole che ti incatenano alle sue pagine fino alla fine.

    Quando si ha tra le mani l'opera di un esordiente si è sempre in bilico fra il timore di leggere un'innumerevole successione di errore dovuti all'inesperienza e la speranza di essere incappati in un genio. "Si vive solo due volte" mi ha spiazzato e conquistato fin dal principio, e non ho dubbi: Debora Vernagallo ha tutto il potenziale per essere considerata un vero talento.

    Se un libro è valido lo si comprende fin dalle prime righe, poiché da esse già si capiscono le capacità dello scrittore, il suo essere "dentro" la storia, la sua capacità di farla vivere al lettore, la sua sapienza o meno nella cura e nella scelta dei dettagli che possono rendere la medesima opera zeppa di noiose banalità oppure coinvolgente e indimenticabile dalla prima all'ultima parola e questo è il caso di "Si vive solo due volte", un libro che vi sconsiglio di leggere se siete alla ricerca di un romanzetto insipido che vi faccia trascorrere qualche ora in leggerezza, ma che invece non potete perdervi se siete alla ricerca di qualcosa di forte, di unico e di sconvolgente.

Ecco, Silvie fu una di quelle creature rare a farmi pensare che forse non veniamo gettati in pasto al dolore per nulla; ma per incrociare cammini. Oltrepassati questi crocevia, non siamo più gli stessi.
    Si dice che le opere più toccanti e ben riuscite nascano proprio da un profondo dolore e ritengo che "Si vive solo due volte" rappresenti pienamente questo concetto: laceranti frammenti di vita vissuti dall'autrice evocati da parole e immagini brucianti, crude e violente come proiettili che trafiggono il cuore e l'anima del lettore, trasportandolo senza paracadute nella mente di Debora Vernagallo, nelle sue inquietudini, nel suo male di vivere che però non si arrende alla morte.
Questo libro è la risposta a chi si pone la domanda di cosa accade nella mente di un borderline, e, come mi è già capitato di riscontrare, i pensieri di tali persone sono molto più lucidi e logici di tutti gli altri. È come se tali persone vedessero la vita per quello che è, in tutta la sua brutalità sia nel bene che nel male, incapaci di comprendere l'ipocrisia attraverso la quale viene filtrata da tutto il resto del mondo. Dov'è in questo il limite fra normalità e follia? Pillola rossa o pillola blu? L'unica differenza è che Neo, in Matrix, ha avuto la facoltà di scegliere.

Ti chiedevano di rendergliela poetica o musicale, di essere meno sboccata, ma la vita non era educata.

Non so che storia volevano raccontassi, di certo non la mia. La volevano sgrezzata. Non sapevano, io sì. Era semplice: c’ero io, sempre io, a dissanguarmi in una pozza granata scagliata nell’universo.

Una vita non puoi metterla a tacere, la vita non è poetica, e se ti violenta non puoi parlare di arcobaleni e margherite.


    Sophie Giordano e Debora Vernagallo, due voci che si alternano per raccontare il medesimo grande dolore, è questo l'espediente che l'autrice ha trovato per alleggerire il peso su se stessa di un'esistenza alienante, traumatica e disintegrante, in cui gli unici conforti sono la fotografia e la scrittura. Due forme d'arte diverse che però con la stessa prorompente potenza raggiungono lo scopo di sconquassare il lettore e farlo giungere in un istante nell'inferno dell'autrice, in cui si alternano buio pesto e luce accecante e dove il cielo, uguale per tutti, predomina su tutto. 

Questa mia vita è dura a morire. Quando sembro aver toccato il fondo lei si divincola, di nuovo ci prova. È lei che mi suggerisce di impugnare la penna quando sto per arrivare a destinazione. Esondo sulla carta. La cortina oscura si dirada per un po’ e riprendo a sognare tanto forte da farmi sanguinare il naso. 

Smusso angoli in una notte così fonda da farmi il nido sotto pelle.

Ne usciva viva solo a un passo dall’uccidersi, e l’aveva fatto in tutti i modi possibili.

Dimenati, strapazzati. Inventa, improvvisa, divora; che vivere non capita tutti i giorni.


TRAMA:

    Una raccolta dalla cruda potenza evocativa che si avvicina alla nota letteratura romantica dei poetes maudits (fra tutti il simbolista Verlaine) e il Dirty realism (realismo sporco) americano. Il tema dell'alcol e quasi connaturato alla scrittura e, molto spesso ne è fonte ispirativa, e il catalizzatore di quella "divina mania" di memoria classica, ma anche distruzione che ripropone l'endiadi Eros e Thanatos così presente in questi frammenti. Una scrittura autobiografica che e anche cifra interpretativa della scelta fotografica: il rifugio nel piccolo mondo rassicurante della macrofotografia (che denota la tensione di controllo del reale) e la rappresentazione negativa di se che si risolve in particolari frammentati ed evanescenti. A differenza di Verlaine, peraltro, il riscatto c'è ed è una conquista quotidiana, non definitiva.

TITOLO: Si vive solo due volte
AUTORE: Sophie Germano - Debora Vernagallo
SITO AUTORE: www.fotografiaeparole.it
FORMATO: Cartaceo disponibile sul sito dell'autrice https://www.fotografiaeparole.it/

© Debora Vernagallo
@ Debora Vernagallo
              
© Debora Vernagallo





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