mercoledì 20 luglio 2011

... E' odiosa la parola destino. E' il simbolo d'una impotenza che offende il concetto di responsabilità ...


Insuperbiti dagli schemi presuntuosi d'una cultura che in nome del razionalismo si vanta e si illude di spiegare tutto, distratti dal sacrosanto bisogno di sentirci padroni di noi stessi, non ci accorgiamo d'essere alla mercé d'una logica a noi estranea e per noi incomprensibile. Rifiutiamo insomma il mistero che gli antichi chiamavano Fato o Destino, ci raccontiamo che non esiste, e con buona ragione: è odiosa la parola destino. E' il simbolo d'una impotenza che offende il concetto di responsabilità, la libertà di decidere secondo il nostro giudizio o i nostri desideri. Il diritto di scegliere la nostra vita. Inoltre cela in sé il rischio della rinuncia, della rassegnazione. Sia-fatta-la-volontà-di-Dio, amen. Invece il destino esiste, purtroppo. Sta in ciò che definiamo Caso, coincidenze fortuite, e per usarci a suo arbitrio si serve degli strumenti più insospettabili. Una frase insignificante, un incontro banale, un giocattolo innocuo. Una gioia, un dispiacere, un'amicizia, un amore, una bomba. E da ultimo ce ne convinciamo fino a rabbrividire.

(Oriana Fallaci)


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